La Camera dei deputati ha approvato in prima lettura il ddl Conti Correnti, una proposta di legge che punta a trasformare profondamente il rapporto tra cittadini e istituti di credito. Il provvedimento prevede l’obbligo, per le banche, di stipulare un contratto di conto corrente con qualsiasi persona ne faccia richiesta, tranne nei casi previsti dalla normativa antiriciclaggio e antiterrorismo. Un’iniziativa nata per tutelare i diritti economici fondamentali e garantire l’accesso ai servizi bancari, oggi più che mai essenziali.
Il disegno di legge ora dovrà passare al vaglio del Senato, ma il voto unanime alla Camera (254 sì) segnala un ampio consenso politico. La norma risponde alla crescente necessità di inclusione finanziaria, in un contesto dove l’impossibilità di accedere a un conto corrente può escludere intere fasce di popolazione dalla vita economica e sociale: non poter ricevere uno stipendio o pagare le utenze diventa un ostacolo concreto alla piena cittadinanza.
Cosa cambierebbe con il ddl Conti Correnti
Se approvato definitivamente, il provvedimento introdurrebbe un vincolo chiaro per le banche: non potranno più rifiutarsi di aprire un conto corrente a una persona idonea, salvo motivazioni legate alle normative europee e nazionali contro il riciclaggio e il finanziamento al terrorismo. In caso di diniego, l’istituto dovrà fornire una risposta motivata per iscritto entro dieci giorni dalla richiesta. Inoltre, la chiusura unilaterale di un conto con saldo positivo non sarà più possibile, salvo eccezioni normativamente previste.
Il cambiamento potrebbe avere effetti significativi, anche considerando l’ampia diffusione dei conti correnti in Italia. Secondo i dati della Federazione autonoma bancari italiani (Fabi), nel 2024 i conti attivi hanno raggiunto quota 48,1 milioni, con un incremento del 13,2% rispetto al 2019. Milano guida la classifica con oltre 8 milioni di conti, seguita da Roma e Torino. Il Nord Ovest si conferma l’area con il maggior numero di conti, mentre la crescita è stata costante anche al Sud e nelle Isole.
In questo contesto, rendere il conto corrente un diritto effettivo e non condizionato significa rafforzare la cittadinanza economica e garantire accesso paritario a un servizio essenziale.
Una risposta a un problema concreto
Alla base della proposta legislativa ci sono le segnalazioni di cittadini che si sono visti negare l’apertura di un conto, o ne hanno subito la chiusura senza motivazioni trasparenti, pur con saldi attivi. Una situazione che ha messo in difficoltà molte persone, rendendo impossibili attività quotidiane come ricevere pagamenti o attivare la domiciliazione delle bollette. Il disegno di legge mira proprio a impedire che questo tipo di esclusione si ripeta.
Esponenti politici di diversi partiti hanno sostenuto con forza il testo. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha rivendicato il provvedimento come una battaglia storica del suo partito a favore delle fasce più fragili. Mauro Del Barba (Italia Viva) ha evidenziato che la nuova norma riduce l’arbitrarietà delle decisioni bancarie e rafforza i diritti dei clienti, introducendo l’obbligo per le banche di motivare per iscritto ogni rifiuto o chiusura del conto.
Diritti, trasparenza e critiche del settore bancario
Toni Ricciardi (Partito Democratico) ha definito la proposta “un obbligo di civiltà”, sottolineando come fino a oggi l’accesso a un conto corrente potesse dipendere da criteri opachi o addirittura dalla presenza di relazioni personali. Con questo intervento normativo si cerca di sanare una disuguaglianza storica, restituendo centralità al cittadino nei rapporti con il sistema bancario e tutelando il diritto all’inclusione economica.
Dall’altra parte, l’Associazione Bancaria Italiana ha sollevato perplessità. Secondo l’Abi, la norma interviene su un problema che non avrebbe dimensioni sistemiche e rischia di compromettere il principio della libertà contrattuale, sancito nell’ordinamento. Inoltre, secondo l’associazione, l’armonizzazione con il diritto europeo potrebbe risultare problematica, creando disallineamenti rispetto alle attuali regole comunitarie.