Nell’arsenale tecnologico a disposizione delle forze dell’ordine e dei Comuni per garantire una maggiore sicurezza sulle strade, ha fatto il suo ingresso un innovativo dispositivo: si tratta del “sorpassometro“, noto tecnicamente come SV3. Questo strumento non punta a rilevare la velocità come autovelox e tutor, ma si concentra su un altro comportamento pericoloso spesso causa di incidenti: i sorpassi vietati.
Progettato per essere utilizzato in tratti stradali ad alto rischio, questo sistema rileva automaticamente quando un veicolo effettua un sorpasso in zone dove non è consentito, ad esempio vicino a curve cieche, dossi o in presenza di linea continua. L’obiettivo è quello di fungere da deterrente, scoraggiare manovre azzardate e contribuire a ridurre il numero di incidenti causati da condotte imprudenti.
Come funziona il “sorpassometro“
Il cuore del sistema è una tecnologia integrata che unisce sensori stradali a telecamere ad alta definizione. I sensori, installati direttamente nell’asfalto, rilevano il movimento irregolare di un veicolo, come un cambio corsia o un’inversione di marcia sospetta. Quando viene identificata una possibile infrazione, le telecamere si attivano e registrano un breve filmato, di circa 15 secondi, che documenta l’intera manovra.
Questa registrazione non mostra solo l’azione del veicolo, ma anche gli elementi chiave della scena, come la segnaletica orizzontale (linea continua o tratteggiata), la posizione di altri mezzi e la traiettoria percorsa. I dati vengono poi elaborati e trasformati in un verbale digitale, che viene trasmesso automaticamente all’autorità competente, pronta a notificare la sanzione al proprietario del veicolo.
Dove può essere installato e come contestarlo
L’utilizzo del “sorpassometro” non è libero: per essere attivato è necessaria una specifica autorizzazione del Prefetto, e può essere posizionato solo in aree classificate come particolarmente pericolose. Si tratta spesso di tratti di strada con visibilità ridotta (anche su rettilinei), dove un sorpasso non solo è vietato, ma può avere conseguenze gravi.
In caso di multe, è comunque possibile verificare la legittimità dell’apparecchio. Il cittadino ha diritto a controllare che il sistema sia stato omologato, che sia stata rispettata la segnalazione visiva dell’apparecchio e che esista un decreto prefettizio che ne autorizzi l’uso. In caso contrario, è possibile contestare la sanzione: entro 30 giorni presso il Giudice di Pace o 60 giorni rivolgendosi direttamente al Prefetto.
Uno dei primi posti dove è stato posizionato un “sorpassometro” è, a partire dal 4 agosto, ad Acquappesa, una località calabrese attraversata dalla SS18, dove spesso vengono effettuate dai conducenti manovre azzardate e pericolose.
Le sanzioni previste per i sorpassi vietati
Chi viene sorpreso a effettuare un sorpasso vietato può incorrere in sanzioni economiche e decurtazioni di punti dalla patente. Sulle strade urbane, le multe partono da 42 euro e possono arrivare a 173 euro, con la perdita di due punti: mentre su strade extraurbane, l’importo può salire fino a 345 euro e, in caso di comportamenti più gravi, anche i punti sottratti aumentano.
Nei casi più pericolosi, come i sorpassi eseguiti in prossimità di curve strette o dossi, la multa può toccare i 666 euro, con una sospensione della patente che va da uno a tre mesi e la perdita di dieci punti. Se alla manovra irregolare si aggiunge la violazione per guida contromano, l’importo complessivo può superare i 1.300 euro, a conferma della severità con cui vengono trattate queste infrazioni.