Cambiano di nuovo le regole della compagnia aerea. Dal 1° novembre arriverà una novità decisamente non positiva: qualsiasi bagaglio Ryanair a pagamento, con qualche eccezione.
Dopo aver obbligato il bagaglio a mano in stiva, ma sempre gratuitamente, Ryanair modifica ulteriormente le sue regole e, questa volta, ci sorprende con una notizia peggiore: il bagaglio Ryanair a pagamento.
Ora, dunque, solo le borsette, tracolle e altri tipi di valigeria di piccole dimensioni saranno gratuiti, nonché le uniche categorie di bagagli da poter portare con sé sull’aereo. Tutto il resto sarà stivato e da pagare!
Rimane comunque il tanto “amato” limite di 10 kg, comprese le dimensioni massime di 40x20x25 cm. Nel rispetto di questi requisiti, il bagaglio verrà a costare dagli 8 ai 10 euro, altrimenti lieviterà a 25 euro.
Ovviamente tutte queste “novità” non riguardano i biglietti ad imbarco prioritario, che a partire da 6 euro (il prezzo potrebbe subire variazioni) ti permettono di portare sull’aereo 2 bagagli a mano (borsetta + trolley).
Ufficialmente Ryanair ha giustificato questo ulteriore cambio di regole con la volontà di garantire un servizio migliore, privo di ritardi. Infatti, al momento, le operazioni di imbarco dei bagagli stanno richiedendo troppo tempo e, perciò, si stanno riscontrando diversi ritardi.
Per tutti coloro che abbiano già prenotato un volo successivo all’1 novembre, la compagnia riserva la possibilità di “mettersi in pari” e pagare la differenza. Altrimenti concede il rimborso e, dunque, la restituzione dell’intera somma di denaro.
Caro vacanze 2025: aumento dei prezzi di spiagge, alloggi e trasporti!
Nel 2025 le vacanze sono diventate un lusso: il caro prezzi colpisce spiagge, hotel e trasporti. Sempre più italiani rinunciano o si indebitano per partire.
Con l’estate ormai alle porte, milioni di italiani si preparano a partire. Tra chi sceglie l’estero per un cambio d’aria e chi preferisce rientrare nelle città d’origine per passare qualche giorno con la famiglia, una cosa è certa: fare vacanze nel 2025 è diventato sensibilmente più caro. Dai trasporti agli alloggi, passando per le giornate in spiaggia, i costi sono aumentati ovunque. Il “caro vacanze” è ormai una realtà per molte famiglie italiane, costrette a rivedere le proprie mete o ridurre la durata dei soggiorni per far quadrare i conti.
Secondo le indagini di Altroconsumo e del rapporto congiunto Facile.it-Consumerismo No Profit, il quadro è chiaro: l’aumento dei prezzi interessa ogni singolo aspetto della vacanza, spesso superando anche le soglie di sostenibilità per il ceto medio. Non a caso, nei primi cinque mesi dell’anno, sono stati richiesti prestiti per oltre 220 milioni di euro solo per coprire spese legate ai viaggi. Un dato emblematico che mostra come, pur di partire, sempre più italiani siano disposti perfino a indebitarsi.
Spiagge e alloggi sempre più cari
Una delle voci più pesanti del bilancio estivo resta il costo degli stabilimenti balneari, aumentato in media del 5% rispetto al 2024. Noleggiare ombrellone e due lettini può arrivare a costare più di 340 euro a persona per una settimana in alcune località, cifra che non include extra come docce, cabine o servizi di ristorazione. Chi spera di risparmiare optando per la spiaggia libera deve fare i conti con un altro problema: in molte zone, fino al 90% della costa è occupato da concessioni private, rendendo difficile l’accesso gratuito.
Anche per chi preferisce hotel o B&B la situazione non migliora. I prezzi per l’alloggio sono aumentati in media del 4%, superando in molti casi i mille euro a settimana. In destinazioni gettonate come la Sardegna si arriva addirittura a sfiorare i 2.000 euro. Unica nota positiva: i B&B hanno registrato un calo dei prezzi di quasi il 20%, tornando ai livelli del 2022. Tuttavia, la crescita complessiva dei costi dal 2020 a oggi resta del 34%, un incremento significativo che pesa soprattutto su chi non ha seconde case o ospitalità da parenti.
Prezzi dei trasporti in aumento
Chi sceglie di viaggiare in auto deve affrontare l’aumento dei pedaggi autostradali, cresciuti dell’1,8% a partire da gennaio 2025. Le tratte gestite da Autostrade per l’Italia – come la A1, la A14 e la Salerno-Napoli – sono coinvolte in pieno. Un viaggio da Nord a Sud può quindi comportare un esborso extra non indifferente. Sul fronte carburanti, invece, una boccata d’ossigeno: benzina e diesel sono scesi rispettivamente del 9% e del 6% rispetto al 2024. Ma l’instabilità geopolitica tra Iran e Israele minaccia nuovi aumenti nel breve periodo.
Chi sperava di trovare un’alternativa nei trasporti aerei dovrà rivedere i propri piani. I voli nazionali sono aumentati del 21%, con picchi proprio nel periodo di Ferragosto. I voli europei sono più cari del 7%, e su alcune tratte i rincari superano il 300% rispetto al 2024.
I traghetti, nel frattempo, sono saliti del 9,7%, colpendo soprattutto le famiglie che vogliono raggiungere le isole. I treni, pur senza rincari ufficiali, offrono poche tariffe economiche nelle settimane centrali d’agosto, facendo sì che il prezzo effettivo per viaggiare resti comunque elevato.
Strategie di risparmio (e sopravvivenza al caro vacanze 2025)
In un contesto così critico, molti italiani stanno cercando soluzioni alternative per contenere le spese. Prenotare con largo anticipo, attivare programmi fedeltà e monitorare le offerte tramite app e piattaforme digitali sono diventate pratiche comuni. Tuttavia, anche queste strategie non sempre riescono a compensare i rincari generalizzati, specialmente nei periodi di altissima stagione come luglio e agosto.
Non sorprende quindi che stia aumentando il ricorso al credito: sempre più persone richiedono prestiti personali per finanziare viaggi che, fino a pochi anni fa, erano parte della routine estiva. La vacanza diventa così un lusso pianificato nei minimi dettagli, a volte anche a costo di sacrifici economici importanti.
In un Paese in cui il potere d’acquisto è sceso dell’8,7% dal 2008 (il peggior dato del G20) il caro vacanze di questo 2025 è solo la punta dell’iceberg di una crisi più profonda che coinvolge redditi, consumi e qualità della vita.
Stretta sul reso gratuito di Amazon: da 30 a 14 giorni per libri, giochi, home altri prodotti!
Amazon modifica le politiche di reso di numerose categorie di prodotto (come libri, giochi, software, home, elettrodomestici, ecc.): a partire dal 23 giugno il periodo di devoluzione gratuito scenderà a 14 giorni!
Amazon ha avviato un nuovo cambiamento che riguarda milioni di consumatori italiani: a partire dal 23 giugno, il tempo disponibile per effettuare il reso gratuito per alcuni prodotti sarà dimezzato. Una novità significativa che segna un’ulteriore svolta nella politica dei resi dell’azienda, che ha già modificato i termini nel corso del 2024 per l’elettronica.
Il colosso dell’e-commerce ha confermato ufficialmente la notizia: ora tocca a libri, giocattoli, articoli per la casa, accessori video, componenti auto e moto, ma anche a elettrodomestici e dispositivi per la salute o la cura della persona.
Il messaggio è chiaro: Amazon vuole mantenere i resi gratuiti, ma senza lasciare troppo spazio a chi approfitta delle sue politiche. Dietro questa decisione, infatti, si cela anche il tentativo di arginare un fenomeno ormai diffuso tra alcuni utenti che acquistano con l’intenzione di usare e restituire, senza mai realmente pagare per i prodotti. Per molti venditori, questa nuova misura rappresenta una risposta necessaria a un’abitudine che stava diventando insostenibile.
Quali sono le categorie di prodotti coinvolti?
Per gli articoli acquistati dal 23 giugno 2025, Amazon riduce il periodo di reso per i clienti da 30 a 14 giorni, a partire dal giorno di consegna del prodotto, nelle seguenti categorie:
Libri
Software
Giochi e giocattoli
Fai da te
Video
Casa e cucina
Auto e Moto
Dispositivi per la salute e la cura della persona
Home Cinema, TV e video
Elettrodomestici grandi
Casa
Commercio, Industria e Scienza
Si tratta di una modifica che si applicherà a tutte le categorie vendute su Amazon, indipendentemente dal canale di spedizione.
Entrata in vigore delle nuove politiche di reso gratuito su Amazon
Con la nuova politica di reso ridotta a 14 giorni, Amazon punta a una gestione più snella e sostenibile dei resi, specialmente per i prodotti a più alta rotazione.
A partire dal 23 giugno, dunque, il periodo a disposizione per il reso sarà rigorosamente ristretto a 14 giorni dalla data di consegna. La finestra di reso aggiornata sarà sempre visibile nella pagina del prodotto, accanto al prezzo. In pratica, i clienti avranno due settimane di tempo per decidere se tenere o restituire l’articolo, invece dei 30 giorni precedenti.
Tuttavia, dato lo scarso preavviso con il quale è stata annunciata la modifica delle politiche di reso, Amazon ha annunciato che si impegna a rispettare l’attuale garanzia sui resi di 30 giorni per gli articoli che rientrano nelle categorie investite consegnati entro il 23 luglio.
Anche se Amazon continua a garantire praticità e zero costi aggiuntivi per la maggior parte delle restituzioni in Italia, il segnale è che qualcosa sta cambiando nel modo in cui l’azienda gestisce la propria immensa rete logistica e commerciale.
Codice Ryanair: solo fino a DOMANI sconto del 15% su voli a settembre e ottobre!
Usa il nuovo codice di Ryanair e prenota il tuo prossimo volo entro domani, per viaggiare tra il 1° settembre e il 31 ottobre 2025 con uno sconto del 15%!
Viaggiare a settembre e ottobre è una scelta intelligente per chi cerca tranquillità e convenienza. Con la fine dell’alta stagione estiva, le destinazioni si svuotano dal turismo di massa, permettendo di godersi spiagge, città d’arte e paesaggi naturali con più calma e… a prezzi molto più accessibili.
Per questo ti conviene approfittare subito della nuova promozione lanciata da Ryanair che ti consente di ottenere uno sconto del 15% sui voli verso numerose destinazioni in Europa, con tariffe che partono da circa 15€.
Per ottenere il tuo sconto, ti basterà inserire il codice promo FSALE15P al momento della prenotazione. Prenota entro domani, mercoledì 18 giugno 2025, e regala(ti) un viaggio in date comprese tra il 1° settembre e il 31 ottobre 2025!
Prime Video ha recentemente intensificato la presenza di pubblicità per gli utenti che scelgono di non pagare il supplemento mensile di 1,99 euro per la visione senza interruzioni. Secondo una comunicazione interna ottenuta da AdWeek, quest’anno il tempo dedicato agli spot è salito in modo significativo, portando a una nuova strategia commerciale mirata a massimizzare le entrate pubblicitarie.
Da inizio 2025, infatti, gli utenti del piano standard si ritrovano a visualizzare tra i 4 e i 6 minuti di pubblicità ogni ora di contenuto, contro i 2-3,5 minuti precedenti. Un cambiamento previsto già dalla fine del 2024, quando Amazon aveva anticipato l’intenzione di aumentare progressivamente la presenza pubblicitaria su Prime Video.
Prime Video aumenta i minuti di pubblicità: lo streaming sta diventando una TV 2.0?
Con questo aggiornamento, Prime Video si allinea a servizi concorrenti come Netflix, che già da tempo adotta un modello simile, con circa 4-5 minuti di spot ogni ora. Tuttavia, il delicato equilibrio tra esperienza utente e introiti pubblicitari resta al centro delle strategie di tutte le piattaforme: troppi annunci rischiano di infastidire gli spettatori e ridurre l’efficacia stessa della pubblicità.
Il problema non riguarda solo la quantità di spot, ma anche la percezione del valore offerto: quando gli utenti iniziano a notare un’esperienza sempre più simile alla televisione tradizionale, ma con un costo mensile, la frustrazione cresce. Le interruzioni troppo frequenti potrebbero quindi allontanare parte del pubblico, soprattutto se non accompagnate da vantaggi evidenti o contenuti esclusivi di alta qualità.
Il confronto diretto con la TV lineare, che in Italia, ad esempio, ha un limite pubblicitario di 12 minuti per ora è un punto critico. Se i servizi streaming si avvicinano troppo a questa soglia, rischiano di perdere una delle loro principali attrattive: la libertà di visione senza troppe interruzioni.
Il timore, per molti osservatori, è che lo streaming stia diventando una sorta di “televisione 2.0”, con sempre meno differenze rispetto alla programmazione tradizionale. La promessa iniziale di contenuti on-demand e senza pubblicità rischia così di dissolversi, mettendo alla prova la pazienza di chi ha scelto queste piattaforme proprio per allontanarsi dai limiti della TV classica.