Con l’estate ormai alle porte, milioni di italiani si preparano a partire. Tra chi sceglie l’estero per un cambio d’aria e chi preferisce rientrare nelle città d’origine per passare qualche giorno con la famiglia, una cosa è certa: fare vacanze nel 2025 è diventato sensibilmente più caro. Dai trasporti agli alloggi, passando per le giornate in spiaggia, i costi sono aumentati ovunque. Il “caro vacanze” è ormai una realtà per molte famiglie italiane, costrette a rivedere le proprie mete o ridurre la durata dei soggiorni per far quadrare i conti.
Secondo le indagini di Altroconsumo e del rapporto congiunto Facile.it-Consumerismo No Profit, il quadro è chiaro: l’aumento dei prezzi interessa ogni singolo aspetto della vacanza, spesso superando anche le soglie di sostenibilità per il ceto medio. Non a caso, nei primi cinque mesi dell’anno, sono stati richiesti prestiti per oltre 220 milioni di euro solo per coprire spese legate ai viaggi. Un dato emblematico che mostra come, pur di partire, sempre più italiani siano disposti perfino a indebitarsi.
Spiagge e alloggi sempre più cari
Una delle voci più pesanti del bilancio estivo resta il costo degli stabilimenti balneari, aumentato in media del 5% rispetto al 2024. Noleggiare ombrellone e due lettini può arrivare a costare più di 340 euro a persona per una settimana in alcune località, cifra che non include extra come docce, cabine o servizi di ristorazione. Chi spera di risparmiare optando per la spiaggia libera deve fare i conti con un altro problema: in molte zone, fino al 90% della costa è occupato da concessioni private, rendendo difficile l’accesso gratuito.
Anche per chi preferisce hotel o B&B la situazione non migliora. I prezzi per l’alloggio sono aumentati in media del 4%, superando in molti casi i mille euro a settimana. In destinazioni gettonate come la Sardegna si arriva addirittura a sfiorare i 2.000 euro. Unica nota positiva: i B&B hanno registrato un calo dei prezzi di quasi il 20%, tornando ai livelli del 2022. Tuttavia, la crescita complessiva dei costi dal 2020 a oggi resta del 34%, un incremento significativo che pesa soprattutto su chi non ha seconde case o ospitalità da parenti.
Prezzi dei trasporti in aumento
Chi sceglie di viaggiare in auto deve affrontare l’aumento dei pedaggi autostradali, cresciuti dell’1,8% a partire da gennaio 2025. Le tratte gestite da Autostrade per l’Italia – come la A1, la A14 e la Salerno-Napoli – sono coinvolte in pieno. Un viaggio da Nord a Sud può quindi comportare un esborso extra non indifferente. Sul fronte carburanti, invece, una boccata d’ossigeno: benzina e diesel sono scesi rispettivamente del 9% e del 6% rispetto al 2024. Ma l’instabilità geopolitica tra Iran e Israele minaccia nuovi aumenti nel breve periodo.
Chi sperava di trovare un’alternativa nei trasporti aerei dovrà rivedere i propri piani. I voli nazionali sono aumentati del 21%, con picchi proprio nel periodo di Ferragosto. I voli europei sono più cari del 7%, e su alcune tratte i rincari superano il 300% rispetto al 2024.
I traghetti, nel frattempo, sono saliti del 9,7%, colpendo soprattutto le famiglie che vogliono raggiungere le isole. I treni, pur senza rincari ufficiali, offrono poche tariffe economiche nelle settimane centrali d’agosto, facendo sì che il prezzo effettivo per viaggiare resti comunque elevato.
Strategie di risparmio (e sopravvivenza al caro vacanze 2025)
In un contesto così critico, molti italiani stanno cercando soluzioni alternative per contenere le spese. Prenotare con largo anticipo, attivare programmi fedeltà e monitorare le offerte tramite app e piattaforme digitali sono diventate pratiche comuni. Tuttavia, anche queste strategie non sempre riescono a compensare i rincari generalizzati, specialmente nei periodi di altissima stagione come luglio e agosto.
Non sorprende quindi che stia aumentando il ricorso al credito: sempre più persone richiedono prestiti personali per finanziare viaggi che, fino a pochi anni fa, erano parte della routine estiva. La vacanza diventa così un lusso pianificato nei minimi dettagli, a volte anche a costo di sacrifici economici importanti.
In un Paese in cui il potere d’acquisto è sceso dell’8,7% dal 2008 (il peggior dato del G20) il caro vacanze di questo 2025 è solo la punta dell’iceberg di una crisi più profonda che coinvolge redditi, consumi e qualità della vita.