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Dal 31 gennaio potrebbe essere più facile viaggiare all’estero: via il tampone al rientro?

Tra una settimana scade l'ordinanza che prevede l'obbligo del tampone per chi proviene dall'estero, siano italiani al rientro o turisti stranieri: il Governo starebbe pensando a non prorogare la restrizione.

Verso un nuovo allentamento delle misure: così il ministro del turismo Massimo Garavaglia lascia intendere in un’intervista a La Stampa che dal prossimo 31 gennaio non verrà molto probabilmente rinnovata l’ordinanza che obbliga il tampone per chi proviene dall’estero.

Il ministro al turismo nell’intervista cita anche l’OMS, che conferma che le restrizioni ai viaggi internazionali non stanno limitando l’espansione del virus, e nei fatti risultano quindi pressoché inutili. I dati sono i seguenti e dettano che su oltre 36mila italiani andati all’estero su rotte Covid free solo 204 sono risultati positivi da ottobre a oggi. Parliamo di meno dello 0,6%. Nei fatti, non c’è alcuna differenza tra chi viaggia in aereo o treno da altri paesi e chi viaggia invece all’interno dei confini, dentro i quali non è richiesto l’obbligo del tampone.

Come ricorda Il Messaggero, «Questa misura oggi non ha molto senso, visto che la circolazione del virus è pressoché la stessa in tutti i Paesi dell’Unione europea e non si comprende perché una persona che arriva a Roma da Tenerife possa rappresentare un pericolo maggiore, dal punto di vista epidemiologico, di chi viene da Rimini (la provincia italiana con l’incidenza più alta di casi Covid)».

Le attuali restrizioni sono inoltre una sciabolata nei confronti delle migliaia di strutture alberghiere presenti nel nostro paese. Secondo Federalberghi, solo a Roma nelle ultime settimane si sono persi almeno 1.000 posti di lavoro; ma il rischio è di arrivare nei prossimi mesi a 500 mila occupati in meno. 

Anche altri paesi dell’Unione Europea, tra cui l’Irlanda, la Francia e la Spagna stanno allentando le misure, e la stessa Unione Europea ha affermato nell’ultimo Consiglio dei Ministri della salute che «non è utile che ogni Paese segua norme differenti». Pertanto, l’Italia «deve andare comunque verso nuove aperture nel settore dei viaggi», afferma il ministro Garavaglia.



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