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I Maneskin in concerto all’Arena di Verona: biglietti sold-out e rivenduti fino a 1,2 milioni di euro

Il bagarinaggio colpisce ancora: biglietti dei Maneskin venduti sui siti di secondary ticketing anche a migliaia di euro, fino a raggiungere la cifra di 1,2 milioni. Interviene il Codacons per dare un freno al fenomeno.

biglietti maneskin concerto codacons

Con la vittoria sanremese dello scorso anno, e poi agli occhi del mondo con l’Eurovision, i Maneskin si sono conquistati un piccolo posto nel cuore dei più. Il desiderio di andare a vedere in concerto questo particolare gruppo rock è cresciuto a dismisura, sia per i curiosi sia per i fan accaniti.

Tuttavia, a causa del sold-out istantaneo dei biglietti sul canale di vendita ufficiale Ticketone e delle infinite posticipazioni delle date di evento per la situazione pandemica, è venuta a crearsi una situazione a dir poco bizzarra: chi ha già il biglietto tra le mani lo sta rivendendo a prezzi folli, mentre chi vuole andare a vederli in concerto dovrà attendere chissà quanti altri mesi prima che vengano pubblicate nuove date, o in alternativa spendere un capitale per ottenere un ticket del prossimo evento.

Di conseguenza, ad oggi i biglietti per il concerto previsto per il 28 aprile nell’Arena di Verona si trovano sui siti di secondary ticketing anche al costo di migliaia di euro, fino a raggiungere la pazzia per un posto in platea a ben 1,2 milioni di euro.

Interviene il Codacons a tutela dei consumatori, segnalando il fenomeno con un esposto alla Procura della Repubblica di Verona.

I biglietti per il concerto dei Maneskin all’Arena sono andati letteralmente a ruba sui canali ufficiali di vendita, per comparire in queste ore sui siti di secondary ticketing a prezzi astronomici. Alcune piattaforme stanno proponendo al pubblico biglietti con tariffe che vanno dai 4mila euro fino al record di 1.182.999 euro per un posto in prima fila davanti al palco. Un rincaro astronomico, se si considera che sui canali ufficiali di vendita il prezzo massimo di un biglietto era di 86,25 euro.

— Carlo Rienzi, fondatore e presidente del Codacons

Viene dunque richiesto dall’associazione il sequestro di tutti i biglietti “truffaldini”, venduti ad un prezzo superiore a quello ufficiale, e l’oscuramento di tutti i siti web che permettono tale pratica. Inoltre non è da escludere l’avvio di una indagine penale nei confronti dei bagarini online, per i reati di truffa aggravata e aggiotaggio.



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