La riunione del Consiglio direttivo tenutasi stamattina, 8 settembre 2022, non porta buone notizie: la Banca centrale europea (Bce) ha alzato i tassi d’interesse di 0,75 punti.
Gli effetti del rialzo globale dei tassi di interesse, spinti dall’inflazione, sono riscontrabili nella vita di tutti. Con l’aggiunta di questa misura europea, il tasso principale sale a 1,25%, il tasso sui depositi a 0,75% e il tasso sui prestiti marginali a 1,5% con effetto dal 14 settembre 2022.
A peggiorare la situazione la Bce fa sapere che nelle «prossime riunioni il consiglio si aspetta ulteriori rialzi dei tassi», al fine di «smorzare la domanda e proteggere dal rischio di una persistente revisione al rialzo delle aspettative dell’inflazione».
Obiettivo: contrastare l’inflazione
La ragione principale della svolta è da ricercarsi nell’andamento dell’inflazione. Nello statuto della Bce è infatti indicato il mantenimento del carovita in prossimità del 2%.
A maggio 2022 i prezzi dei beni al consumo sono cresciuti nell’Eurozona dell’8,1% sui dodici mesi, in forte accelerazione rispetto al +7,4% di aprile.
Impossibile quindi non notare il divario tra queste cifre e il 2% registrato un anno fa, a maggio 2021.
Alla base della scelta odierna c’è un’inflazione che “seguita a essere di gran lunga troppo elevata ed è probabile che si mantenga su un livello superiore all’obiettivo per un prolungato periodo di tempo”. La Bce ha rivisto in modo significativo anche le proprie proiezioni di inflazione e ora prevede che dovrebbe raggiungere una media dell’8,1% nel 2022, del 5,5% nel 2023 e del 2,3% nel 2024.
Bce: taglio delle stime del Pil
La Bce ha inoltre comunicato il taglio delle stime del Pil nell’Eurozona:
I prezzi molto elevati dell’energia stanno riducendo il potere d’acquisto dei redditi delle persone e continuano a limitare l’attività economica
Secondo le stime riportate dalla Bce, l’economia registrerà un aumento del 3,1% nel 2022, dello 0,9% nel 2023 e dell’1,9% nel 2024.