È ufficialmente in vigore la modifica alle accise sui carburanti prevista dal decreto interministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 110 del 14 maggio. A partire da oggi, è scattato un nuovo sistema di tassazione che comporta un aumento per il gasolio e una riduzione per la benzina. La misura rappresenta un passo concreto verso il riallineamento delle imposte richiesto dall’Unione Europea, con l’obiettivo di uniformare il trattamento fiscale delle diverse tipologie di carburante.
Nel dettaglio, la benzina beneficia di una riduzione dell’accisa pari a 1,5 centesimi al litro (15 euro ogni mille litri), portando il prelievo fiscale a 713,40 euro per mille litri. Al contrario, il diesel subisce un incremento della stessa entità, con l’aliquota che sale a 632,40 euro ogni mille litri. Sebbene l’intervento possa sembrare bilanciato sulla carta, le implicazioni per i consumatori sono diverse e suscitano reazioni contrastanti, soprattutto tra chi utilizza vetture alimentate a gasolio.
Prezzi alla pompa e impatti economici: cosa cambia da oggi
Le nuove aliquote fiscali stabiliscono che la benzina (la cosiddetta “super”) venga tassata con un’accisa di 713,40 euro ogni mille litri, in calo rispetto ai precedenti 728,40 euro. Al contrario, per il gasolio l’onere fiscale sale da 617,40 a 632,40 euro per mille litri. Il meccanismo, pensato per riequilibrare la tassazione tra i due carburanti, finisce per penalizzare gli utilizzatori di diesel, tradizionalmente più diffuso nei trasporti commerciali.
Secondo i dati riportati da Staffetta Quotidiana, sul fronte dei prezzi praticati alla pompa, le rilevazioni effettuate su circa 18mila impianti mostrano che la benzina in modalità self service ha superato nuovamente la soglia di 1,70 euro al litro. In media, il prezzo si attesta intorno a 1,702 euro, con lievi differenze tra le compagnie petrolifere (1,709 euro) e le cosiddette “pompe bianche” indipendenti (1,688 euro). Nonostante la riduzione dell’accisa sulla benzina, i rincari generali sembrano guidati da dinamiche di mercato che vanno oltre l’intervento fiscale.
Anche il diesel fa registrare un aumento, seppur più contenuto. Il costo medio del self service si attesta a 1,586 euro al litro, con punte di 1,593 euro presso i marchi più noti e valori leggermente inferiori (1,573 euro) presso i distributori indipendenti.
Sebbene gli effetti delle nuove accise non siano ancora del tutto visibili nei prezzi finali, è probabile che nei prossimi giorni l’impatto fiscale venga progressivamente trasferito ai consumatori.
Le reazioni alla modifica delle accise sui carburanti
Le associazioni dei consumatori hanno espresso posizioni divergenti sulla manovra. Il Codacons ha stimato che l’aumento dell’accisa sul gasolio, considerando anche l’IVA, comporterà un aggravio annuo di oltre 364 milioni di euro per le famiglie con veicoli diesel, con un rincaro di circa 0,915 euro a pieno. Al contrario, il risparmio per chi guida auto a benzina è calcolato in circa 374 milioni di euro annui.
L’Unione Nazionale Consumatori ha accolto positivamente l’equilibrio teorico della misura, ma ha sottolineato come l’effetto pratico penalizzi comunque una larga parte del parco auto nazionale, dove il 40,9% dei veicoli è alimentato a gasolio.
Assoutenti, invece, ha puntato il dito contro l’eccessivo peso della tassazione sui carburanti in Italia, che rende i prezzi alla pompa tra i più alti in Europa. Secondo l’associazione, oltre il 60% del costo della benzina è determinato da imposte, mentre per il diesel la quota si aggira attorno al 57%. L’organizzazione ha chiesto un intervento strutturale per abbassare la pressione fiscale e promuovere una maggiore trasparenza:
Al di là del riordino delle accise chiesto dall’Ue, riteniamo urgente aprire una riflessione a livello comunitario affinché si arrivi ad un sistema unico di tassazione sui carburanti, identico in tutta Europa, anche per evitare che l’Italia perda competitività rispetto a Paesi dove i carburanti costano sensibilmente meno e impattano meno su famiglie, industrie e imprese.