Ascolta questo articolo
Per attenuare il grande sforzo economico dovuto all’inasprimento dei tassi voluto dalla BCE, il Governo ha deciso di rispristinare la vecchia norma del 2012, che prevede un meccanismo di calcolo molto vantaggioso per il passaggio del mutuo ipotecario dal tasso variabile a quello fisso, che viene permesso di solito dalle banche a condizioni ben più onerose.
È stata ripristinata la vecchia norma del 2012 che permette per i contratti di mutuo ipotecario di tornare dal tasso variabile al fisso. Oltre ad avere un impatto per la finanza pubblica riguarda tanti mutui a tasso variabile per le famiglie
Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia
Si tratta della legge 106/2011, in particolare dell’articolo 8 comma 6, che permette il passaggio da mutuo a tasso variabile a mutuo a tasso fisso, per acquisto o ristrutturazione, senza spese. Il tasso fisso che si ottiene è vantaggioso, non superiore a quello ottenuto in base al minore tra l’Irs a dieci anni e l’Irs applicato alla durata residua del mutuo. Anche lo spread era pari a quello del corrispondente tasso variabile, più vantaggioso rispetto al tasso fisso.
La norma del 2012 inoltre prevedeva quattro requisiti:
- si poteva applicare ad un mutuo stipulato prima dell’entrata in vigore della legge;
- Il mutuo non poteva essere superiore a 200.000 euro;
- L’Isee non doveva essere superiore a 35.000 euro;
- Non si doveva avere nessuna situazione di morosità.