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Trasparenza nel mercato dei carburanti: scatta l’obbligo di esporre il prezzo medio giornaliero

Al fine di garantire trasparenza ed evitare speculazioni sui carburanti, ogni distributore ha l’obbligo di mostrare accanto al proprio prezzo un cartello con il prezzo medio giornaliero.

trasparenza prezzo carburanti

L’aumento dei prezzi di benzina e diesel, dovuto anche alla decisione del Governo di eliminare il taglio delle accise sui carburanti, ha scatenato non poche polemiche. L’AGCM stesso ha avviato un’indagine lo scorso dicembre sull’andamento dei prezzi dei carburanti in Italia per valutare eventuali pratiche commerciali scorrette nei confronti dei consumatori e violazioni della concorrenza.

Durante la riunione del Consiglio dei Ministri di martedì sera, il Governo non si è potuto esimere quindi dall’affrontare il tema del caro carburanti, racchiudendo le decisioni prese in materia all’interno del “Decreto sulla trasparenza del prezzo dei carburanti“.

Gli interventi del Governo a tutela della trasparenza del prezzo dei carburanti

All’interno del decreto ad hoc, il Governo ha racchiuso una serie di interventi, tra i quali però non figura la nuova introduzione del taglio delle accise.

La norma stabilisce, innanzitutto, che accanto al prezzo della benzina si dovrà esporre obbligatoriamente anche il prezzo medio giornaliero nazionale. Quest’ultimo verrà infatti diffuso quotidianamente dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Si rende giornaliero l’obbligo per gli esercenti l’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione per uso civile di comunicare il prezzo di vendita praticato. Il Ministero delle imprese calcola e pubblica il prezzo medio giornaliero nazionale. Tale prezzo deve essere esposto, con specifica evidenza, da parte degli esercenti insieme al prezzo da essi praticato.

Sono state anche introdotte apposite sanzioni per gli esercenti che non rispetteranno tale obbligo. Inoltre, per evitare condotte speculative, saranno rafforzati i collegamenti del Garante prezzi con l’Antitrust e con la Guardia di Finanza. Dagli ultimi controlli effettuati dalle fiamme gialle su tutto il territorio nazionale,  infatti, quasi un distributore su due è risultato non in regola.

Il Governo ha deciso, poi, di rinnovare durante il primo trimestre del 2023 la misura dei buoni benzina per un tetto massimo di 200 euro per lavoratore dipendente.

Nel periodo gennaio-marzo 2023, il valore dei buoni benzina ceduti dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti, nel limite di euro 200 per lavoratore, non concorre alla formazione del reddito da lavoro dipendente.

Infine, per garantire al meglio la trasparenza sul prezzo dei carburanti, sarà isitituita una Commissione di allerta rapida all’interno dell’Antitrust, che si dedicherà a:

  • sorvegliare i prezzi dei carburanti;
  • analizzare le ragioni di turbamenti e malcontento;
  • definire iniziative di intervento urgenti in modo rapido e trasparente.


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