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Bonus 200€: decreto attuativo per autonomi a partita Iva in ritardo di un mese!

Il bonus da 200€ erogato una tantum si farà attendere dai lavoratori autonomi con partita Iva: il decreto attuativo era previsto per il 17 giugno 2022, ma ancora non se ne vede l'ombra.

bonus 200€ partita iva

Anche i lavoratori autonomi con partita Iva hanno diritto al bonus da 200€, un’indennità una tantum pensata dal Governo per aiutare i lavoratori a far fronte al caro-vita. Ma a differenza delle altre categorie di beneficiari, per imprenditori individuali e professionisti a partita IVA iscritti alla gestione separata o agli ordini non si sa ancora con precisione né quando l’indennità verrà erogata né con quali modalità.

Nel testo dell’art. 33 del Decreto aiuti, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 17 maggio, non viene specificato l’importo del bonus, come invece la legge prevede per gli altri destinatari della misura.

Lo scorso mese la sottosegretaria al Ministero dell’Economia, Maria Cecilia Guerra ha assicurato che il Governo è al lavoro per far sì che “non si determini disparità con la platea degli altri beneficiari”. Ma per il momento non ci sono ancora novità!

Bonus da 200€: decreto attuativo in ritardo!

Il decreto Aiuti affida a un decreto attuativo interministeriale predisposto dal ministro del Lavoro, insieme a quello dell’Economia, “i criteri e le modalità per la concessione dell’indennità”, con relativi principi di ripartizione delle risorse stanziate per gli autonomi e i professionisti.

Il limite temporale fissato entro cui farlo era previsto per lo scorso 17 giugno: il decreto è dunque già in ritardo di un mese!

Per conoscere con precisione requisitiimporto del bonus e regole di domanda e pagamento, bisogna dunque rimanere in attesa di questo decreto ministeriale.

Ci sono però dei requisiti che sono disciplinati all’interno del Decreto Aiuti in quanto condizioni imprescindibili per poter ricevere il bonus da 200€.

Innanzitutto, la partita Iva deve essere attiva e deve essere stato effettuato almeno un versamento alla cassa previdenziale di riferimento.

Inoltre, i lavoratori devono essere “iscritti alle gestioni previdenziali dell’Istituto nazionale della previdenza sociale” oppure “agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza”. E nel 2021 non devono aver superato il tetto di 35mila euro per quanto riguarda il reddito Isee.

Per autonomi senza partita IVA, invece, le regole sono quelle indicate dall’INPS, a cui bisogna fare domanda utilizzando l’apposita procedura online, già attiva sul portale dell’Istituto di previdenza, entro la scadenza del 31 ottobre.

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