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Bonus 200€ erogato una tantum: chi può riceverlo e con quali modalità

Arrivano i primi chiarimenti su chi può ricevere il bonus da 200€ e sulle differenti modalità di erogazione a seconda della categoria a cui si appartiene!

Bonus 200€

Come abbiamo scritto in precedenza, una delle novità più rilevanti (e più discusse) del Decreto aiuti è il cosiddetto bonus 200€, che consiste nell’erogazione una tantum di 200€ per dipendenti, autonomi e pensionati con redditi fino ai 35.000. Una misura che punta a venire incontro agli italiani alle prese con i rincari delle bollette e l’inflazione.

Al riguardo iniziano ad arrivare i primi chiarimenti su chi può richiederlo e in che modo.

Chi può ricevere il bonus 200€?

Il bonus è rivolto al singolo individuo e non all’intero nucleo familiare, dunque per stabilire chi ha diritto o meno alla misura si tiene in considerazione il reddito e non l’Isee. Ciò significa, in sostanza, che se all’interno di una stessa famiglia due persone guadagnano meno del tetto massimo consentito (che ammonta a 35.000€), entrambe potranno beneficiare del bonus.

In che modo viene erogato il bonus 200€?

Alcune categorie di lavoratori riceveranno il bonus in maniera automatica, altri dovranno richiederlo all’Inps o all’ente incaricato dell’erogazione.

Ricordiamo che si tratta di una misura una tantum, dunque i 200€ saranno erogati una sola volta e non a cadenza mensile o annuale.

Nello specifico, i 200€ arriveranno sul conto in maniera del tutto automatica nel mese di luglio a:

  • lavoratori dipendenti direttamente in busta paga;
  • ai pensionati, nel cedolino;
  • a chi percepisce il reddito di cittadinanza sulla card;
  • ai disoccupati, nell’assegno.

In particolare, per i professionisti del turismo, spettacolo e sport, visto che il lavoro si riferisce a un periodo di tempo stabilito, i 200€ saranno automatici solo se i lavoratori hanno ricevuto le indennità previste dai crediti covid.

Tutte le altre categorie, invece, dovranno inviare una richiesta all’ente preposto all’erogazione. Questo vale anche per chi ha rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (i co.co.co.) e per i lavoratori dello spettacolo iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo, che nel 2021 hanno versato almeno 50 contributi giornalieri.

Anche chi lavora a intermittenza dovrà presentare domanda all’Inps, ma è necessario che abbia svolto la prestazione per almeno 50 giorni.

Nel calcolo del reddito complessivo sono escluse la casa di abitazione, i trattamenti di fine rapporto, gli assegni familiari e l’assegno unico per i figli.



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