Il 2023 comincia con una notizia buona e una cattiva: i prezzi di benzina e diesel sono diminuiti sensibilmente rispetto ai picchi di diversi mesi fa, ma il Governo Meloni ha deciso di non rinnovare il taglio delle accise. Dal 1° gennaio, dunque, fare un pieno di benzina o diesel costa circa 18 centesimi in più al litro.
Una decisione che inevitabilmente ha fatto discutere, scatenando una pioggia di critiche da parte di diverse associazioni dei consumatori, le quali che hanno bocciato senza mezzi termini la scelta del Governo.
Secondo quanto comunicato dal Centro Consumatori Italia, ad esempio, questa decisione porterà ad un aumento di 5,2 miliardi di euro delle spese di trasporto nel 2023. Rincari che poi ricadranno sull’inflazione che salirà di uno 0,4%.
Questo rincaro, che si somma all’aumento dell’energia e alle dure conseguenze dell’inflazione, graverà sulle tasche degli italiani che invece avrebbero potuto godere di un periodo di abbassamento dei prezzi dei carburanti.
Taglio delle accise non rinnovato: cosa succederà ai prezzi dei carburanti?
Il taglio delle accise dei carburanti era una misura temporanea voluta dal Governo Draghi per tentare di arginare il forte aumento dei prezzi di un pieno di benzina e diesel. Una decisione che ha avuto un importante costo per le casse dello Stato (circa 7 miliardi di euro fino alla fine di novembre); risorse che adesso sono state dirottate in altre direzioni.
Ricordiamo che originariamente, su benzina e diesel, il taglio sulle accise valeva 30,5 centesimi di euro. Dal mese di dicembre, invece, questo sconto era stato ridotto a 18,3 centesimi di euro.
Bisognerà quindi aspettare le prime rilevazioni ufficiali del 2023 per capire se la progressiva discesa dei prezzi dei carburanti degli ultimi mesi proseguirà , riuscendo a compensare l’eliminazione del taglio delle accise.