AirBnb: i 7 consigli della Polizia Postale per evitare la truffa sulle case vacanza

AirBnb e Polizia Postale hanno pubblicato una breve guida con alcuni consigli per evitare un fenomeno sempre più diffuso: le truffe sulle case e gli appartamenti.

Con il ritorno alla libertà, l’arrivo del Green Pass e l’Italia intera in zona bianca, è cresciuto anche il desiderio degli italiani di andare in vacanza. Tra le soluzioni più gettonate, secondo dei dati di AirBnb ci sono proprio le case vacanza, o gli appartamenti: le prenotazioni per le case vacanza sono infatti aumentate dal 33% del totale delle prenotazioni online nel 2019 a ben il 53% nel 2021.

Con una crescita simile, sono però aumentati anche i reati informatici e le truffe: secondo i dati dell’Osservatorio Multicanalità del Politecnico di Milano infatti, nel 2020 con lo scoppio della pandemia, le truffe sulle case vacanza sono aumentate del 142% rispetto al 2019.

Ma di cosa parliamo esattamente?

Tra le truffe principali ci sono ad esempio le richieste di pagamento tramite bonifico, senza alcuna garanzia e protezione degli acquisti. Ci sono i finti ospiti che fingono di essere all’estero e di essere impossibilitati ad incontrarvi di persona e richiedono il pagamento in anticipo, quelli che indirizzano i clienti fuori dalle piattaforme ufficiali, utilizzando vari escamotage.

Per tutti i tipi di profilo, il consiglio principe è sempre uno: non uscire mai dalle piattaforme ufficiali. Nel caso di Airbnb, restre sempre dentro l’app o dentro il sito.

Per prevenire questi fenomeni, la Polizia Postale e AirBnb hanno pubblicato una mini-guida con alcuni consigli per evitare di incappare nelle truffe online quando si prenota la propria casa vacanza.

Ecco quali sono:

1. Non pagare mai tramite bonifico

Se sei su AirBnb e ti viene proposto di inviare una caparra tramite bonifico, non fidarti: è contrario ai termini di servizio di Airbnb. Paga esclusivamente tramite il sito o l’app ufficiale, e vedrai che in nessun modo Airbnb prevede il bonifico come metodo di pagamento.

Airbnb generalmente trattiene l’intera somma del soggiorno dalla tua carta di credito o prepagata, e la inoltra all’host solamente 24 ore dopo l’avvenuto check-in, dandoti il tempo di entrare in casa e verificare che tutto sia come da annuncio.

2. Non comunicare fuori dal sito

Diffida da chi ti propone di lasciare Airbnb per accordarti privatamente con la promessa di uno sconto: è il preludio ad una richiesta di bonifico.

Inoltre, non sarai più tutelato dalle garanzie della piattaforma. Restando nella chat dell’applicazione, potrai invece segnalare in qualsiasi momento al servizio clienti comportamenti sospetti.

3. Effettua le tue ricerche solo su siti sicuri e ufficiali

Se stai navigando sui social o su siti di usato, e vedi un annuncio che dice di appoggiarsi ad Airbnb o Booking, evita di cadere nella tentazione di prenotare. Ad esempio “Airbnb è un brand che tranquillizza” e per questo motivo viene usato come esca per adescare potenziali clienti che abbocchino alla truffa. In questi casi ti sarà infatti probabilmente dato un link fasullo che solo riporta il nome del sito ufficiale.

Usa invece soltanto i siti ufficiali come Airbnb e Booking.

Tutte le pagine di Airbnb hanno l’indirizzo che inizia con www.airbnb.it (o .com se è il sito internazionale), seguito dalla parola “rooms” e da una sequenza breve di numeri, ad esempio: www.airbnb.it/rooms/30728582.

Indirizzi più complicati o con una struttura diversa ti devono insospettire. Sei non ne hai la certezza, puoi cercare sul motore di ricerca il nome dell’annuncio (es. “Casa Lucia”) e “Airbnb” come parola chiave. Dovrebbero comparirti soltanto le pagine ufficiali e legittime.

5. Profilo pulito e organizzato, con un prezzo in linea con la media

Una delle tentazioni maggiori è quella di guardare subito al prezzo più vantaggioso in assoluto senza considerare altri aspetti. Se per una casa o un appartamento ti chiedono un prezzo considerevolmente inferiore alla media del periodo (ad esempio nella settimana di Ferragosto), potrebbe essere un segnale che qualcosa non va. Diffida degli annunci postati da profili senza foto, con descrizioni scarne o addirittura senza descrizioni dell’host, magari creati da pochi giorni.

La totale mancanza di recensioni non per forza può indicare una truffa: tutti gli host hanno iniziato con zero recensioni, ma in questo caso prevale il buon senso. Il profilo è nuovo? C’è una descrizione dettagliata dell’annuncio? L’annuncio è scritto in italiano corretto senza parti in maiuscolo o errori grammaticali? Allora via libera! Altrimenti, diffida dall’annuncio.

6. È l’host che deve mostrarti la casa

In certi casi può capitare che l’host non sia veramente presente e ad accoglierti c’è la domestica, o il vicino, ma in questo caso è meglio osservare e leggere attentamente le recensioni che sicuramente avranno già riportato la questione.

Per tutti gli altri casi, ricordati che Airbnb non è un’agenzia immobiliare. Diffida di chi ti dice di «aver dato incarico ad Airbnb» di mostrarvi la casa. Airbnb non ha alcun “personale con le chiavi”.

7. Attenzione agli “imprevisti” dell’ultimo minuto

Lo sappiamo, certi imprevisti possono capitare, come una caldaia rotta d’inverno o un improvviso guasto. Se però quando arrivi a destinazione c’è un problema con il tuo appartamento o casa vacanza e l‘host ti propone una soluzione alternativa a condizioni molto peggiori di quella prenotata, non esitare a documentare tutto e a scrivere ad Airbnb: puoi avere diritto al rimborso completo.

Per stare tranquillo puoi affidarti anche alle offerte di viaggio che ogni giorno pubblichiamo sul nostro canale Telegram dedicato alle offerte di viaggio.

Ci appoggiamo a siti sicuri come Skyscanner e Booking, e per quanto riguarda gli alloggi ti segnaliamo quando (nella maggior parte dei casi) hai anche la cancellazione gratuita.

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Amazon contro la pirateria digitale: blocco delle app illegali sui dispositivi Fire TV

Amazon avvia il blocco delle app illegali anche in Italia sui dispositivi Fire TV: ecco cosa cambierà!

fire tv blocco app illegali

Amazon ha deciso di alzare il livello della lotta contro la pirateria digitale, avviando un piano di blocco mirato per le app illegali sui dispositivi Fire TV. Dopo una fase di test condotta in Germania e Francia, l’iniziativa approda anche in Italia e Spagna, segnando un passo importante nella strategia europea dell’azienda per rendere più sicuro e trasparente l’accesso ai contenuti digitali.

L’obiettivo dichiarato è duplice: da un lato, proteggere i diritti dei creatori e dei partner dell’intrattenimento, dall’altro garantire agli utenti un ecosistema privo di rischi legati a malware, virus o frodi. Amazon ribadisce che non intende penalizzare chi utilizza il sideloading per scopi legittimi di sviluppo, ma vuole invece colpire chi sfrutta questa funzione per accedere illegalmente a film, serie TV e contenuti protetti da copyright.

Bloccheremo le app identificate come strumenti di accesso a contenuti pirata, incluse quelle scaricate da fonti esterne. Questo rafforza il nostro impegno nel sostenere i creatori e proteggere i clienti, poiché la pirateria può anche esporre gli utenti a malware, virus e frodi

Il blocco riguarderà soltanto un numero limitato di applicazioni già identificate come strumenti di accesso a contenuti pirata; gli utenti coinvolti riceveranno una notifica prima della rimozione, così da poter sostituire le app incriminate con alternative legali. Per la maggior parte dei possessori di Fire TV, invece, l’esperienza d’uso resterà invariata, continuando a includere le principali piattaforme di streaming, anche gratuite e sportive.

Sicurezza e trasparenza per l’ecosistema Fire TV: via al blocco delle app illegali

Con questa mossa, Amazon intende rafforzare la fiducia nel proprio ecosistema, ricordando che Fire TV è stato concepito “per l’intrattenimento, non per la pirateria”. L’azienda spiega che il nuovo sistema di controllo nasce da una collaborazione con la Alliance for Creativity and Entertainment (ACE), la principale coalizione globale contro la pirateria. L’accordo permetterà di segnalare in tempo reale le app sospette, velocizzandone la rimozione e limitando la diffusione di software illegali.

Secondo Amazon, la pirateria non è solo una violazione del diritto d’autore, ma un pericolo concreto per gli utenti stessi: le app pirata, infatti, possono contenere virus o codice dannoso. Per questo motivo, l’azienda ha scelto un approccio mirato e graduale, che non altera il sistema operativo Fire OS ma ne potenzia la sicurezza. In tal modo, i clienti continueranno a godere della piena compatibilità con Android e della libertà di installare app da fonti affidabili, mantenendo però una barriera efficace contro i rischi digitali.

Il sideloading rimane, ma con regole più chiare

Amazon ha voluto chiarire fin da subito che non si tratta di una limitazione al sideloading, la pratica che consente di installare app da fonti esterne all’Appstore. Tale funzione resta disponibile e supportata, ma verrà controllata attraverso un sistema di autenticazione integrato nel software Vega, in modo da garantire che venga utilizzata solo per lo sviluppo e il test delle applicazioni. L’obiettivo è evitare che l’apertura del sistema operativo venga sfruttata in modo improprio per la diffusione di contenuti pirata.

La società ricorda che la maggior parte degli sviluppatori e degli utenti rispetta già le regole d’uso, ma che un numero crescente di app illegali rischia di compromettere l’integrità dell’intero ecosistema. Per questo Amazon sta rafforzando la collaborazione con ACE e con le autorità di settore, adottando un modello di segnalazione “trusted notifier”, che consente di individuare e bloccare tempestivamente i contenuti illeciti.

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Pagare tasse e multe a rate sull’App IO? Ora si può, grazie all’accordo tra pagoPA e Klarna

Grazie alla collaborazione tra pagoPa e Klarna ora si possono pagare multe, bolli e tasse a rate direttamente sull'App IO.

klarna app io

PagoPA e Klarna hanno annunciato una collaborazione che permette di utilizzare il metodo Buy Now Pay Later (BNPL) per i versamenti verso la Pubblica Amministrazione.

Nello specifico, il nuovo aggiornamento dell’App IO, la piattaforma ufficiale per l’accesso ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione, ha introdotto Klarna tra i metodi di pagamento disponibili per gli avvisi pagoPA. In tal modo, da ora è possibile pagare bollo auto, multe, tasse scolastiche, ticket sanitari e altri servizi pubblici a rate, attraverso lo stesso sistema già familiare a milioni di consumatori per gli acquisti online.

A favorire l’integrazione tra i due sistemi è stato Worldpay, partner tecnologico dell’operazione. Il comunicato ufficiale parla di una “sinergia tra pubblico e privato” volta a valorizzare le potenzialità del fintech al servizio dei cittadini.

Il Buy Now Pay Later entra nella Pubblica Amministrazione

Il modello Buy Now Pay Later, noto come “Compra ora, paga dopo”, è diventato negli ultimi anni una delle modalità di pagamento più apprezzate dai consumatori digitali. Diffusosi in modo capillare durante la pandemia, oggi rappresenta un’abitudine consolidata per milioni di italiani. Con questa integrazione, Klarna estende la propria presenza anche in un ambito finora inedito: quello dei versamenti alla Pubblica Amministrazione, un settore dove la flessibilità dei pagamenti può fare davvero la differenza nella gestione quotidiana delle spese familiari.

Per Klarna si tratta di un’evoluzione naturale, come sottolinea ancora Traldi: “Dove c’è un’esperienza da rendere più smart, Klarna c’è. E oggi siamo orgogliosi di farlo anche in un ambito così cruciale per la vita quotidiana di milioni di italiani.” L’iniziativa, sostenuta tecnicamente da Worldpay, si inserisce inoltre in un piano di espansione strategica più ampio: Klarna diventerà infatti una opzione di pagamento predefinita per gli esercenti di Worldpay, consolidando la sua posizione nel mercato europeo dei pagamenti digitali.

Come funzionano i pagamenti a rate con Klarna sull’App IO

Grazie all’integrazione, Klarna è ora selezionabile tra i metodi di pagamento dell’App IO per gli avvisi pagoPA, offrendo due diverse modalità di rateizzazione.

La prima prevede il pagamento in tre rate senza interessi, la formula più nota e già ampiamente utilizzata negli acquisti online. La seconda, pensata per importi più elevati, consentirà invece di finanziare la spesa da sei a dodici mesi, con condizioni considerate vantaggiose per gli utenti, anche se non sono ancora state specificate soglie minime o limiti di importo.

Per utilizzare questo nuovo metodo di pagamento, ti basta aprire un avviso pagoPA, cliccare sul badge rosa e selezionare il pagamento con Klarna. Scegli quindi in quante rate vuoi effettuare il pagamento, premi sul pulsante “Continua” e poi su “Paga”. In tal modo, dividi il costo nel tempo, in modo sicuro: i pagamenti rimanenti verranno effettuati nella Klarna app o su Klarna.com.

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A ruba il pandoro Bauli con sorpresa THUN, rivenduta su eBay a 32€!

Tutti pazzi per il pandoro Bauli con sorpresa THUN, difficilissimo da trovare: c'è già chi rivende l'angioletto su eBay!

bauli pandoro thun

Il Natale non è ancora arrivato, ma il pandoro Bauli con sorpresa THUN ha già conquistato tutti, al punto da diventare quasi introvabile sugli scaffali.

Soffice, dorato e profumatissimo, il classico pandoro Bauli è da sempre un simbolo delle feste italiane, ma quest’anno c’è un motivo in più per cercarlo: all’interno della confezione si nasconde un dolcissimo angioletto THUN da appendere all’albero di Natale, che stringe tra le braccia un mini pandoro Bauli. Un piccolo omaggio che ha fatto impazzire i collezionisti e gli amanti del Natale, trasformando questo dolce tradizionale in un vero e proprio oggetto del desiderio.

Nonostante manchi ancora un mese a dicembre, le confezioni con la sorpresa THUN stanno andando a ruba ovunque: i punti vendita vengono presi d’assalto e chi riesce a trovarne uno si affretta ad aggiungerlo al carrello prima che sparisca di nuovo. E già cominciano a vedersi i primi annunci su eBay che mettono in vendita l’ambita sorpresa THUN!

Sorpresa THUN del pandoro Bauli rivenduta su eBay

la dolce iniziativa natalizia si è trasformata in una vera e propria mania da collezionisti. Su eBay sono già comparsi i primi annunci dedicati al tenero angioletto che abbraccia il mini pandoro, con tre venditori pronti a separarsene, ma non certo a prezzo di favore. Il più “economico” lo propone a 25 euro, mentre altri hanno alzato la posta chiedendo fino a 32 euro, a cui si aggiungono anche le spese di spedizione.

Un piccolo oggetto che, nel giro di pochi giorni, è passato dall’essere una sorpresa gratuita all’interno di un dolce natalizio a diventare un pezzo da collezione ambito e rivenduto online. Un segno evidente di quanto il connubio tra Bauli e THUN abbia conquistato il cuore (e le vetrine) degli italiani, trasformando un semplice pandoro in un autentico fenomeno delle feste.

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Canone Rai resta in bolletta: nessuna riduzione in vista per il 2026

Promesse di tagli e ipotesi di abolizione, ma alla fine nulla è cambiato. Il canone Rai è stato confermato anche nel 2026, invariato a 90 euro: ecco come pagarlo e chi ne è esonerato.

canone rai 2026

Nonostante le promesse politiche e le aspettative di molti cittadini, il canone Rai non subirà modifiche nel 2026. La conferma arriva direttamente dalla nuova legge di bilancio, che non prevede alcuna riduzione o abolizione della tassa dovuta da chi possiede un televisore.

L’importo rimarrà dunque di 90 euro l’anno, lo stesso già previsto per il 2025, garantendo all’emittente pubblica un gettito stabile di circa 1,9 miliardi di euro. Una decisione che smentisce le ipotesi di alleggerimento circolate nei mesi scorsi e che riaccende il dibattito su una delle imposte più controverse per le famiglie italiane.

A ricordarlo è anche il Codacons, che ha evidenziato come nel 2025 gli italiani abbiano versato complessivamente 430 milioni di euro in più rispetto al 2024, anno in cui il canone era stato temporaneamente ridotto a 70 euro. La mancata proroga di quello sconto ha riportato il tributo ai livelli originari, e le speranze di una nuova riduzione nel 2026 sono ormai sfumate. Un ritorno alla normalità che, per molti contribuenti, sa di occasione mancata.

Modalità di Pagamento del Canone Rai 2026

Il canone Rai viene attualmente addebitato direttamente nella bolletta dell’energia elettrica per le utenze domestiche residenziali, suddiviso in dieci rate mensili da gennaio a ottobre di ogni anno. Una modalità che è stata introdotta per ridurre l’evasione, obbligando i titolari di un’utenza elettrica a versare automaticamente l’importo.

Un’altra opzione di pagamento è l’addebito direttamente sulla pensione, riservato ai pensionati con reddito annuo non superiore a 18.000 euro. Per usufruire di questa modalità, è necessario presentare una richiesta al proprio ente previdenziale entro il 15 novembre 2025.

Chi, invece, non ha un contratto di fornitura elettrica residenziale deve effettuare il pagamento tramite il modello F24, da versare entro il 31 gennaio 2026. Lo stesso modello è richiesto anche per i residenti in zone non collegate alla rete di trasmissione nazionale.

Ricordiamo che il canone è dovuto una sola volta anche se si possiedono più abitazioni. Il mancato pagamento non comporta il distacco della fornitura elettrica, ma l’Agenzia delle Entrate si occupa della riscossione, notificando eventuali inadempienze.

Chi è esonerato dal pagamento?

Solo in alcuni rari casi si è esonerati da tale pagamento, ovvero quando l’intestatario dell’utenza elettrica:

  • non possiede un televisore, definito come un dispositivo che può ricevere il segnale radiotelevisivo; in tal caso, è necessario presentare un’autocertificazione all’Agenzia delle Entrate entro il 31 gennaio 2026.
  • ha più di 74 anni e un reddito annuale inferiore a 8mila euro (nello specifico, l’agevolazione spetta per l’intero anno se il compimento del 75° anno è avvenuto entro il 31 gennaio dell’anno stesso; se il compimento del 75° anno è avvenuto dal 1° febbraio al 31 luglio dell’anno, l’agevolazione spetta per il secondo semestre).
  • è un agente diplomatico, un funzionario consolare, un impiegato di organizzazioni internazionali.
  • è un militare di cittadinanza non italiana o appartenente alle forze NATO di stanza in Italia.

Promesse politiche e malumore dei cittadini

Il tema del canone torna periodicamente al centro del dibattito politico. In più occasioni, diversi rappresentanti del governo hanno annunciato l’intenzione di ridurne l’importo o addirittura di cancellarlo, ma nessuna di queste proposte si è mai concretizzata. Anche per il 2026, quindi, tutto resta immutato, con la Rai che continua a beneficiare di un flusso di entrate stabile e garantito.

Le associazioni dei consumatori, in particolare il Codacons, sostengono che l’attuale modello di finanziamento sia ormai superato. Secondo loro, la Rai dovrebbe competere ad armi pari con i broadcaster privati, puntando su abbonamenti volontari o pubblicità, invece di contare su una tassa obbligatoria. Una posizione che trova crescente consenso tra gli utenti, sempre più orientati verso servizi personalizzati e fruibili online.

Per milioni di famiglie italiane, il canone Rai rimane così una spesa mal digerita, simbolo di un’imposizione percepita come ingiustificata in un’epoca in cui la televisione tradizionale ha perso gran parte del suo ruolo centrale. Pur trattandosi di una cifra contenuta, distribuita lungo l’anno, il tributo resta uno degli oneri più discussi nel bilancio domestico.

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