Neanche il tempo di entrare nel nuovo anno che già iniziano nuovi rincari: da lunedì 1° gennaio 2024 sono scattate le tariffe maggiorate ai caselli delle autostrade, soprattutto sulla rete Aspi, quella gestita da Autostrade per l’Italia che conta circa 3.000 chilometri.
L’aumento è contenuto all’interno del decreto Milleproroghe recentemente approvato dal Governo Meloni e punta ancora una volta ad arginare gli effetti dell’inflazione.
Un aumento che si aggiunge al passaggio obbligatorio al mercato libero per la fornitura di gas previsto per il 10 gennaio 2024.
I rincari ai caselli delle autostrade
Nel 2023 le autostrade sono costate il 3,34% in più e nel 2024 il trend è in rialzo. Questo aumento è stato concesso a fronte di investimenti e manutenzioni delle reti da parte dei concessionari e dell’incremento del costo della vita.
Tra i maggiori rincari, impossibile non citare il tunnel del Monte Bianco, che collega la Francia all’Italia, il cui attraversamento costerà il 5% in più: dai 55 euro per le auto ai 200 euro per i mezzi pesanti.
In mezzo a questi aumenti, ci sono però delle autostrade che quest’anno non subiranno variazioni di prezzi.
Qualche esempio? Le tratte gestite da Autostrade Alto Adriatico oppure la A24-A25 Roma-L’Aquila-Teramo e diramazione Torano-Pescara con il gruppo Toto che ha ottenuto la concessione delle autostrade laziali e abruzzesi a partire dal 1° gennaio 2024 con la previsione di tariffe bloccate fino al 2032.
Il dissenso delle associazioni in difesa dei consumatori
Non si sono lasciate attendere le reazioni delle associazioni a tutela dei consumatori, infuriate soprattutto per il fatto che questi nuovi rincari non saranno utilizzati per finanziare progetti e lavori già iniziati, non portando dunque alla rimozione dei cantieri e a un sostanziale miglioramento dei servizi.
In particolare, il Codacons ha messo in luce quanto segue: